Louisa Di Segni: l’immateriale immenso di Eleonora Giovanardi, Presidente AIJD

Louisa c’è sempre, ci si può contare e mettere la mano sul fuoco.

Quando la si chiamava al telefono la sua prima reazione era ‘…Ti aspettavo!’ , ‘ Ecco!… proprio a te stavo pensando…’ ‘Volevo chiamarti ma sei arrivata prima…’.

Essere nel tempo e attraversarlo, essere dove sono gli altri anche spazialmente…immaginarli, sostituirsi, immedesimarsi…ascoltare nell’attesa.

Questa credo sia stata la dote che l’ha portata a sentirsi immediatamente e totalmente, come lei stessa raccontava riferendosi alle sue prime esperienze, dentro i principi dalcroziani, senza alcuno sforzo, senza dover rispettare alcun principio, con lucida naturalezza e una partecipazione globale che si era semplicemente ‘manifestata’ come sempre lei la descriveva.

‘Non pensarci!…fallo e basta!’ per lei il gioco era continuo, anche se molto impegnativo, come ha dimostrato sempre e in particolare usando il suo esercizio interiore mentale e musicale per riacquistare in un tempo brevissimo e in modo strabiliante il movimento e il linguaggio perduto dopo una caduta rovinosa che aveva spaventato tutti…

Parlare con lei e confrontarsi, raccontare era come trovarsi dinanzi ad un cristallo… rispecchiarsi, incontrare una materia che riflette e magicamente ingloba, lascia fluire… come nel caso delle immagini che scivolano sulle superfici e acquistano più leggerezza rispetto alla realtà.

Un incontro fortunato, molti lo descrivono così (l’incontro con lei) e così lei descriveva i suoi incontri con il suono e la libertà del pensiero musicale nel movimento, nell’invenzione continua, nello sguardo pronto a percepire differenze e possibilità, aspetti nascosti eppure elementari, sensazioni lontane riportate con un soffio direttamente in te e di nuovo magicamente vicine.

Louisa ha incarnato per molti il ritorno al dialogo con se stessi e ha restituito a tutti la percezione del ritrovamento continuo di qualcosa, in un percorso instancabile nel quale ci si tuffava entusiasti perché se ne percepiva dall’inizio la ricchezza possibile e non si abbandonava proprio per questo motivo, neppure dinanzi alla sensazione di non essere abbastanza capaci di accogliere tutto quello che arrivava…

‘Non complicare le cose!’ ‘E’ molto più semplice di quello che credi!…’

Ma tu lascia stare e vai al nocciolo della cosa!’….

Ha spronato tutti coloro che ha incontrato senza lasciare nessuno indietro: ‘Devi esserci!’ diceva.

La disciplina, se un senso ha questa parola, è proprio questo richiamare se stessi ad una presenza globale, senza lasciare qualcosa di non fatto o di non richiamato, di non interpellato o non indagato; ma anche nel lasciare qualcosa, nel non accogliere qualcosa in un frangente determinato, deve partire comunque da noi stessi l’invito a farlo volontariamente, con consapevolezza e interezza dell’essere.

Louisa ci ha sempre presentato questo con semplicità.

Credo che questa sia un’idea pedagogica, un’abitudine, un allenamento alla tensione verso la purezza e l’essenzialità della scelta sia questa espressiva, morale, didattica, creativa, che ho imparato ad inseguire, nel senso più concreto del termine, attraverso il suo esempio, e che non lascerò mai.

Come quando diceva ‘In febbraio non posso fare a meno di pensare che le mimose siano accenti nella lunga sequenza musicale di un paesaggio…’

La ringrazio per tutto questo.

Un racconto della sua infanzia racchiuso in un’immagine, in un momento:… una pista di ghiaccio in mezzo alle montagne e lei che sente il richiamo del suono che proviene da un chiosco, scivola felice per ore con i suoi pattini pensando che questa sia la sensazione più bella, semplice e felice della sua vita.

Io credo che lei si trovi lì.

Si può sentire ancora la rapidità del suo ‘Ciao!’nel passarti accanto sfrecciando, come se ti stesse quasi per portare via nel suo turbine di energia.

Eleonora Giovanardi, un’allieva di Louisa Di Segni-Jaffé

Per ricordarla all’opera segnaliamo questi video reperibili sul web:
Miur – Formazione musica “Proposte e prospettive per l’attuazione del DM8/11”
Rai Scuola “Didattica della musica – la musica come momento formativo” (1981)
Radio Vaticana “Il metodo dalcroze, musica e movimento” 4 puntate a cura di Cristiana Munzi (2014)

Louisa Di Segni – Jaffé (1931- 2019)
Si è specializzata nel metodo Jaques-Dalcroze agli Istituti di Londra e Ginevra (IJD) dove ha conseguito il Diploma Superiore. A lei dobbiamo, quale pioniera assoluta, la diffusione del metodo Dalcroze in Italia e la fondazione dell’Associazione Italiana Jaques-Dalcroze. Ha tenuto corsi per bambini ed adulti, seminari di aggiornamento, corsi di formazione, corsi estivi per musicisti ed insegnanti e quale esperta del metodo ha collaborato con enti pubblici e con associazioni private su territorio nazionale. E’ stata attiva nei corsi di formazione del metodo Dalcroze, il primo dei quali si è svolto al Conservatorio “O. Respighi” di Latina in collaborazione con la Dalcroze Society UK. Ha tenuto corsi di Ritmica e Improvvisazione per adulti dilettanti alla Upter di Roma. Ha curato per la ERI la versione italiana del testo Il ritmo, la musica e l’educazione di E. Jaques-Dalcroze (1986), e per la EDT la nuova edizione (2008) con la traduzione di Ava Loiacono.  Ha pubblicato numerosi articoli sul metodo ed è fra gli autori del testo “Il suono della vita” (Armando Editore). Ha curato insieme a Giovanna Martinelli la traduzione dall’inglese del Manuale di Ritmica Dalcroze di Elisabeth Vanderspar edito dalla Edup (2013) nella Collana Dalcroziana. Per il DSE della Rai ha curato la trasmissione “Vivere la musica”. Ha partecipato come ospite principale alla trasmissione di Radio Vaticana sul metodo Dalcroze “Viviamo la musica” a cura di C. Munzi. E’ stata docente in vari congressi internazionali all’Istituto Jaques-Dalcroze di Ginevra e alla Carnegie Mellon University di Pittsburg (USA). E’ stata referente nel 2008 nel convegno dell’ISME a Bologna e nel 2014 al Convegno organizzato a Roma dal MIUR. Per molti anni ha tenuto Corsi di aggiornamento e di Ritmica e Improvvisazione Dalcroze per insegnanti, musicisti ed educatori presso il ‘White Cloud’ di Roma, e presso la ‘Scuola di Musica Sylvestro Ganassi’ di Roma, dove ha insegnato anche Ritmica Dalcroze per bambini; ad Urbino Festival della FIMA ha portato la Ritmica Dalcroze ai musicisti ed insegnanti partecipanti ai Corsi. Sempre a Roma è stata docente di Ritmica Dalcroze per l’infanzia per lunghi anni presso la Casa dei Bambini Montessori di Via Bodio. Ha partecipato quale docente ai corsi estivi Dalcroze internazionali, organizzati dalla Associazione Italiana Jaques-Dalcroze della quale è Socia fondatrice e della quale è stata per molti anni Presidente Onorario, seguendone ed ispirandone il percorso, le attività e le iniziative con entusiasmo ed incomparabile energia.

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